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sabato 4 agosto 2012

Bucatini al sugo di CONIGLIO ALL’ISCHITANA

 

                  Bucatini al sugo di CONIGLIO ALL’ISCHITANA
  
  E’ il piatto forte della cucina d’Ischia dove ho avuto anni fa il piacere di vivere per alcuni mesi. Il coniglio all’ischitana più buono che io abbia mai mangiato l’ho gustato 20 anni fa, ancora ventenne ma buongustaia, durante una vacanza a Ponza. Gli abitanti di Ponza sono discendenti di famiglie ischitane stanziatesi su quest’isola di tradizione partenopea, passata alla regione Lazio dopo la seconda guerra mondiale[1] Durante la permanenza a Ponza venni anche a conoscenza del fatto che  quasi tutti i cognomi erano originari di Ischia e che ancora, allora, molte famiglie erano in contatto, e si scambiavano visite, fra cugini e parenti che vivevano a Ischia. Alcune sembra che possedessero anche proprietà su entrambe le isole, e all'epoca ricordo una perfetta cadenza napoletana nel linguaggio di persone di media età in su, e ricordo ancora un signore anziano al bar che si diceva orgoglioso di essere napoletano. Tornando al coniglio, gustato a Ponza, posso solo dire che non dimenticherò mai quel gusto al quale negli anni ho cercato di avvicinarmi ogni volta che mi accingo a preparare i bucatini al sugo di coniglio.

Ingredienti per 4 -6 porzioni:un coniglio tenero a pezzi;1 l di vino bianco;800 gr. di pomodorini ciliegia in scatola;200 gr. di pomodorini maturi freschi (anche tipo ciliegia);un mazzetto abbondante di basilico;1 bicchiere di olio extravergine di oliva + 2 cucchiai;3-4 spicchi d’aglio;1 bicchiere di vino bianco;peperoncino piccante;350-500 gr. di pasta formato bucatini.

 Tenere a marinare, dalle 5 alle 12 ore, completamente coperto di vino il coniglio tagliato a pezzi. Lavare il basilico e i pomodorini freschi. Tagliare i pomodorini in 4 parti, prima  eliminare parzialmente i semini schiacciando leggermente fra le dita i pomodorini appena tagliati a metà. Sbucciare l’aglio e lasciarlo imbiondire nell’olio in un capiente tegame. Scolare il coniglio e adagiarlo nel tegame lasciandolo ben rosolare da tutti i lati. Bagnare con il bicchiere di vino bianco e aggiungere peperoncino e 1/3 dei pomodorini freschi tagliati. Lasciar ammorbidire i poodorini freschi e aggiungere i pomodorini in scatola, mescolare, salare e cuocere a tegame coperto e a fuoco basso per circa 40 - 45 minuti, controllando spesso la cottura per non lasciar attaccare sul fondo. Trascorso il tempo aggiungere metà del basilico spezzato con le mani e lasciato uno spazio al centro del tegame aggiungere 2 cucchiai di olio e i pomodorini freschi tenuti a parte. Portare a bollore l’acqua per la pasta e cuocere i bucatini. Nel frattempo i pomodorini freschi aggiunti alla fine si appassiranno leggermente. Togliere dal tegame i pezzi di coniglio e lasciarli in una terrina adatta al forno con parte del sughetto di cottura. Al sugo rimasto nel tegame aggiungere il restante basilico fresc, spezzato a mano. Scolare la pasta e versarla nel tegame a fuoco spento. Mescolare per amalgamare bene il sugo con la pasta e impiattare.
Il coniglio può essere lasciato in caldo nel forno preriscaldato e poi spento al momento di poggiarvi il coniglio che si terrà caldo con il calore rimasto nel forno.
Servire il coniglio come secondo piatto.
P.s. se il coniglio è grosso lasciar cuocere per 1 ora o poco più.
BUON APPETITO DALLA FATTORIADIASSUNTA


  

  p.s.  E' consigliato come piatto domenicale o per una cena con amici. Volendo si può impiattare la pasta con accanto una porzione di coniglio, e ancora si può servire, se piace, formaggio grattugiato. 


1) cfr. http://www.ponzaracconta.it/2011/05/06/le-isole-ponziane-destinate-ai-confinati-politici-2/,Il taglio delle radici napoletane per le isole ponziane "[........].A dicembre del 1934, il regime ebbe l’idea di trasferire Ponza e Ventotene dalla provincia di Napoli a quella di Littoria, capoluogo di nuova costituzione ma difficilmente raggiungibile da Gaeta, capolinea laziale dei collegamenti marittimi con le isole ponziane.
Questa disposizione fu accolta molto male dalla popolazione dell’arcipelago e dagli amministratori locali, perché aumentava il disagio dei cittadini ed aggravava l’inefficienza della pubblica amministrazione. Ponza era sempre vissuta nell’orbita della regione Campania e i ponziani, come i ventotenesi, avevano solide radici storiche e culturali partenopee e con Napoli i rapporti marittimi e commerciali erano stati sempre intensi.
Originariamente, dal punto di vista amministrativo, le isole ponziane avevano fatto parte della Terra di Lavoro (Caserta) e, dopo l’abolizione di detta provincia, fino al 1934 furono aggregate a Napoli.
Sette mesi dopo, il 27 giugno del 1935, accogliendo le lamentele degli abitanti delle due isole, il Ministro dell’interno annullò l’infausto provvedimento amministrativo e tutto tornò come prima, ma solo per due anni.
Il 22 aprile del 1937, infatti, ci fu un altro ripensamento da parte del governo ancora in favore di Littoria.
Il nuovo status, tuttavia, durò fino all’8 settembre 1943, quando le due isole, liberate dagli anglo-americani prima della restante parte della provincia laziale, furono riassegnate per la terza volta a Napoli.
Il girotondo terminò soltanto il primo luglio 1944, quando il nuovo governo, espressione dei partiti usciti vincitori dalla guerra di liberazione, assegnò definitivamente Ponza e Ventotene alla giurisdizione del capoluogo pontino, cui fu attribuito l’attuale nome di Latina.
A posteriori, per la maggior parte degli abitanti del nostro arcipelago, la scelta di Latina si è rivelata di gran lunga la più appropriata, anche perché nel frattempo i collegamenti marittimi con i porti del Lazio (Formia, Terracina, Circeo, Anzio, Fiumicino) sono diventati più frequenti ed anche i collegamenti viari e ferroviari nei giorni d’oggi rendono le distanze con il capoluogo pontino più accettabili.
Antonio Usai
[Le isole ponziane destinate ai confinati politici. (2). Fine]"

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