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venerdì 4 gennaio 2013

LA PICCOLA FIAMMIFERAIA di H.C.Andersen

  Ho pensato di proporre la lettura di questa favola in occasione dell’Epifania, per ricordare il valore del dono vero protagonista di questa festività che ci aiuta a rivivere la storia dei  doni portati dai Re Magi a un Piccolo nato in una grotta usata come stalla dai pastori.
 Una simbologia del dono anche inteso quale sguardo rivolto a coloro che, come la piccola fiammiferaia della favola ottocentesca, vivono e nascono ancora ai giorni nostri in condizioni meno fortunate degli altri.

LA PICCOLA FIAMMIFERAIA
Favola pubblicata nel 1848 scritta da Hans Christian Andersen

Faceva molto freddo quella sera dell’ultimo giorno dell’anno, le case erano addobbate a festa e riscaldate dal fuoco di stufe e camini nei quali ardevano scoppiettanti ceppi di legno. Le tavole erano già imbandite per la festa e nell’aria si diffondeva il profumo di arrosto. Fuori faceva molto freddo e cominciava a nevicare, ma nelle case delle persone povere faceva tanto freddo. Una povera bambina camminava per la strada con la testa e i piedi nudi. Quando era uscita di casa indossava delle vecchie pantofole bucate e troppo grandi per i suoi piccoli piedi, pantofole che, però, aveva perso attraversando la strada di corsa per non essere travolta da due carri che percorrevano veloci la strada: una era caduta in un canaletto di scolo dell'acqua, l'altra era stata portata via da un monello che voleva farne una culla per bambole da regalare alla sorellina.  La bambina continuò a camminare con i piedi lividi dal freddo. Teneva nel suo vecchio grembiule un gran numero di fiammiferi che non riusciva a vendere a nessuno perché le strade erano deserte, e, i pochi passanti erano incuranti di quel piccolo essere umano scalzo e infreddolito che chiedeva solo di riuscire a vendere qualche scatola di fiammiferi. Per la piccola venditrice era stata una brutta giornata e le sue tasche erano vuote. La bambina aveva molta fame e sentiva molto freddo. Sui suoi lunghi capelli biondi cadevano i fiocchi di neve, mentre tutte le finestre erano illuminate e i profumi degli arrosti si diffondevano nella strada. Era l'ultimo giorno dell'anno e lei, pensando a questo, si sedette in un angolo, fra due case. Il freddo l'assaliva sempre più. Non osava ritornarsene a casa senza un soldo, perché il patrigno l'avrebbe senz’altro picchiata. Per riscaldarsi le dita congelate, prese un fiammifero dalla scatola e lo strofinò contro il muro per accenderlo.
Si accese una fiamma calda e brillante che sprigionò una grande luce nella quale la piccola fiammiferaia vide apparire  una bellissima stufa di rame che diffondeva un gran calore. Avvicinò i suoi piedini al fuoco... ma la fiamma si spense e la stufa scomparve.
La bambina accese un secondo fiammifero e questa volta la luce fu così intensa che vide attraverso i muri della casa accanto una tavola  riccamente ricoperta sulla quale un'oca arrosto occupava il posto centrale, alla piccola sembrò che una porzione di quell’oca si dirigesse verso di lei, e, mentre cominciava a pregustarne il sapore la visione scomparve quando si spense anche il secondo fiammifero. Faceva sempre più freddo e le strade erano sempre più deserte.  “Ancora uno!”  pensò la bambina e accese un terzo fiammifero. Questa volta le apparve un magnifico albero di Natale dai cui rami, illuminati da centinaia di candeline, si diffondeva una gran luce sui doni posti ai piedi di esso.  La piccola cercò di afferrare uno di quei doni ma il fiammifero, ancora una volta, si spense... le fiammelle sembrarono correre verso in cielo... ma erano le stelle. Una di loro cadde, tracciando una lunga scia nella notte. La bambina pensò allora alla nonna, che amava tanto, ma che era morta.  La vecchia nonna le aveva detto spesso: “Quando cade una stella, c' è un'anima che sale in cielo”. La bambina prese un altro fiammifero e lo accese. Nella luce le apparve la nonna che le sorrideva con dolcezza tendendo le braccia aperte verso la sua piccola nipotina tremante dal freddo e dalla fame. “Nonna!” - gridò la piccola tendendole le braccia, - “portami con te! So che quando il fiammifero si spegnerà anche tu sparirai come la stufa di rame, l'oca arrostita e il bell'albero di Natale”. La piccola fiammiferaia allora accese rapidamente altri fiammiferi, uno dopo l'altro, perché voleva continuare a vedere la nonna.
 I fiammiferi diffusero una luce più intensa di quella del giorno: “Vieni!” disse la nonna, prendendola fra le braccia e volarono via insieme in una gran scia di luce. Divennero così leggere che, insieme, giunsero presto in Cielo fra le braccia di Dio; là dove non fa freddo e non si ha mai fame!
Quando giunse il mattino i primi passanti trovarono il corpicino senza vita della bambina circondata da tante scatole vuote e dai  fiammiferi bruciacchiati.
Pensarono che la piccola avesse voluto riscaldarsi con la debole fiamma dei fiammiferi le cui scatole erano per terra. 
Non potevano sapere che la nonna era venuta a cercarla per portarla in cielo con lei, e delle belle cose che lei aveva visto prima di andarsene.

BUONA EPIFANIA DALLAFATTORIADIASSUNTA

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